Nuovo Manuale di Diritto e Gestione Ambiente
A cura A.Pierobon (MAGGIOLI 2012)
55. IL CONTRATTO DI SERVIZIO – pag »1385
di Maurizio Lucca
1. Inquadramento
2. Forma
3. Clausole negoziali
La sez. II Lecce, del T.A.R. Puglia con la sentenza 22 gennaio 2021, n. 113 (estensore Palmieri), conferma un orientamento già espresso dalla giurisprudenza[1], secondo […]
La sez. I Catanzaro del T.A.R. Calabria, con la sentenza 16 gennaio 2021 n. 87 (estensore Goggiamani), dichiara legittimo il diniego del rimborso delle spese […]
La sez. II del T.A.R. Veneto, con la sentenza 11 gennaio 2021 n. 34, dichiara illegittima un’ordinanza contingibile ed urgente (con condanna alle spese) con […]
La quinta sez. del Consiglio di Stato, con la sentenza n. 215 del 7 gennaio 2021, conferma un orientamento sulla giurisdizione ordinaria in caso di […]
La sez. VI del Consiglio di Stato, con la sentenza 29 dicembre 2020, n. 8478, estensore Fantini, dichiara la legittimità di un’aggiudicazione di una vendita […]
La sez. I Milano del T.A.R. Lombardia, con la sentenza 24 dicembre 2020 n. 2595, ammette l’affidamento diretto di beni (unità commerciali) in concessione, esclusi […]
La sez. III del Consiglio di Stato, con la sentenza 17 dicembre 2020, n. 8089 (estensore Tulumello), rigetta un ricorso contro un’ordinanza ministeriale di distruzione […]
La sez. III bis Roma del T.A.R. Lazio, con la sentenza 18 dicembre 2020, n. 13692, affronta una questione sempre più pervasiva della vita giuridica, […]
La prima sez. Latina del T.A.R. Lazio, con la sentenza 19 dicembre 2020, n. 485, interviene ritenendo legittimo il diniego all’accesso di un documento, relativo […]
La sez. VI del Consiglio di Stato, con la sentenza 21 dicembre 2020, n. 8171, estensore Russo, interviene per riaffermare un consolidato orientamento che consente […]
Nuovo Manuale di Diritto e Gestione Ambiente
A cura A.Pierobon (MAGGIOLI 2012)
55. IL CONTRATTO DI SERVIZIO – pag »1385
di Maurizio Lucca
1. Inquadramento
2. Forma
3. Clausole negoziali
Nuovo Manuale di Diritto e Gestione Ambiente
A cura A.Pierobon (MAGGIOLI 2012)
55. IL CONTRATTO DI SERVIZIO – pag »1385
di Maurizio Lucca
1. Inquadramento
2. Forma
3. Clausole negoziali
La disciplina dei servizi pubblici locali è una materia in continua evoluzione nel tentativo (del Legislatore) di garantire la concorrenza (e l’apertura del mercato) e assicurare standard di qualità delle prestazioni erogate, differenziando gli operatori (imprenditori o società) in funzione del perseguimento di un interesse economico o di una finalità collettiva.
Con il passare degli anni si è cercato di distinguere gli affidamenti con gara da quelli diretti (riformando l’art.113 del Tuel), imponendo delle limitazioni per tutti i soggetti che beneficiavano di diritti di esclusiva rispetto a coloro che entravano nel marcato, creando una ulteriore separazione tra le società di servizi e quelle strumentali alle esigenze dell’amministrazione procedente, giungendo ad impedire sia la costituzione di nuove partecipate che il mantenimento di quote azionarie.
Continua a leggere→La disciplina dei servizi pubblici locali è una materia in continua evoluzione nel tentativo (del Legislatore) di garantire la concorrenza (e l’apertura del mercato) e assicurare standard di qualità delle prestazioni erogate, differenziando gli operatori (imprenditori o società) in funzione del perseguimento di un interesse economico o di una finalità collettiva.
Con il passare degli anni si è cercato di distinguere gli affidamenti con gara da quelli diretti (riformando l’art.113 del Tuel), imponendo delle limitazioni per tutti i soggetti che beneficiavano di diritti di esclusiva rispetto a coloro che entravano nel marcato, creando una ulteriore separazione tra le società di servizi e quelle strumentali alle esigenze dell’amministrazione procedente, giungendo ad impedire sia la costituzione di nuove partecipate che il mantenimento di quote azionarie.
Continua a leggere→La prima sezione del T.A.R. Veneto, con la sentenza n.826 del 16 marzo 2010, ha affrontato la delicata materia delle riprese audio-visive a seguito del ricorso presentato da alcuni consiglieri che si sono visti negare le registrazione (ergo pubblicità dei lavori consiliari) di una seduta consiliare da parte del Presidente del Consiglio (sulla base dei poteri conferiti dalla legge).
Le argomentazioni dei consiglieri
Le richieste addotte a fondamento del ricorso richiamavano:
a. il concetto di “trasparenza” dell’attività amministrativa, e in particolare quella attinente ai “rapporti politici” disciplinati dal Titolo IV, della Costituzione (ex artt. 48 – 54 Cost.) secondo cui “i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di esercitarle con disciplina e onore”, dovendo sostenere che ogni limitazione del diritto di informazione strumentale alla partecipazione, ingiustificatamente (in quanto non sorretto da esigenze di tutela di interessi costituzionalmente prevalenti), costituisce grave violazione del dovere di disciplina;
b. in assenza di un regolamento dispositivo sulla questione varrebbero i principi generali dell’ordinamento, secondo cui vanno trattati in seduta segreta gli argomenti posti all’o.d.g., riguardanti specificatamente persone individuate o facilmente individuabili (cioè, quando si tratta questioni di natura personale e la decisione dipenda dalla valutazione discrezionale che di esso siano chiamati a dare i componenti dell’organo collegiale mentre la seduta dovrebbe tornare ad essere pubblica quando il tema attenga a profili d’interesse pubblico, anche se riferibili a soggetti ben individuati, si evidenzia);
c. la video-riproduzione dovrebbe essere consentita in assenza di espressi divieti, atteso che è consentito/lecito tutto ciò che non è vietato;
d. non esisterebbe una tutela dell’immagine del singolo consigliere quando la discussione si appresta ad essere di natura squisitamente pubblica (rectius di interesse pubblico), pur interessando direttamente la posizione personale d’un soggetto individuato o facilmente individuabile;
e. il consigliere esercitando la funzione assegnatagli dalla legge diventerebbe personaggio “pubblico”, per cui il normale diritto alla c.d. privacy resta attenuato, essendo cedevole rispetto al concorrente diritto del cittadino di essere informato dell’attività dei consiglieri eletti;
f. la funzione del Presidente della seduta (Sindaco o Presidente del Consiglio Comunale) sarebbe quella di assicurarne il regolare e pacifico svolgimento dei lavori (ex art.39 del Dec. Lgs. 267 del 2000) che non verrebbe compromesso dalle dalla ripresa e registrazione.
g. l’unico scopo della ripresa-registrazione sarebbe quello di assicurare la documentazione della seduta, all’unico fine di informarne i cittadini, con formale impegno degli operatori (di cui dovranno essere indicate le complete generalità) di non servirsi del materiale raccolto per fini di lucro e/o di vantaggio economico, sia personale che del gruppo d’appartenenza;
h. un divieto potrebbe argomentarsi solo in presenza di una seduta segreta
Continua a leggere→La prima sezione del T.A.R. Veneto, con la sentenza n.826 del 16 marzo 2010, ha affrontato la delicata materia delle riprese audio-visive a seguito del ricorso presentato da alcuni consiglieri che si sono visti negare le registrazione (ergo pubblicità dei lavori consiliari) di una seduta consiliare da parte del Presidente del Consiglio (sulla base dei poteri conferiti dalla legge).
Le argomentazioni dei consiglieri
Le richieste addotte a fondamento del ricorso richiamavano:
a. il concetto di “trasparenza” dell’attività amministrativa, e in particolare quella attinente ai “rapporti politici” disciplinati dal Titolo IV, della Costituzione (ex artt. 48 – 54 Cost.) secondo cui “i cittadini cui sono affidate funzioni pubbliche hanno il dovere di esercitarle con disciplina e onore”, dovendo sostenere che ogni limitazione del diritto di informazione strumentale alla partecipazione, ingiustificatamente (in quanto non sorretto da esigenze di tutela di interessi costituzionalmente prevalenti), costituisce grave violazione del dovere di disciplina;
b. in assenza di un regolamento dispositivo sulla questione varrebbero i principi generali dell’ordinamento, secondo cui vanno trattati in seduta segreta gli argomenti posti all’o.d.g., riguardanti specificatamente persone individuate o facilmente individuabili (cioè, quando si tratta questioni di natura personale e la decisione dipenda dalla valutazione discrezionale che di esso siano chiamati a dare i componenti dell’organo collegiale mentre la seduta dovrebbe tornare ad essere pubblica quando il tema attenga a profili d’interesse pubblico, anche se riferibili a soggetti ben individuati, si evidenzia);
c. la video-riproduzione dovrebbe essere consentita in assenza di espressi divieti, atteso che è consentito/lecito tutto ciò che non è vietato;
d. non esisterebbe una tutela dell’immagine del singolo consigliere quando la discussione si appresta ad essere di natura squisitamente pubblica (rectius di interesse pubblico), pur interessando direttamente la posizione personale d’un soggetto individuato o facilmente individuabile;
e. il consigliere esercitando la funzione assegnatagli dalla legge diventerebbe personaggio “pubblico”, per cui il normale diritto alla c.d. privacy resta attenuato, essendo cedevole rispetto al concorrente diritto del cittadino di essere informato dell’attività dei consiglieri eletti;
f. la funzione del Presidente della seduta (Sindaco o Presidente del Consiglio Comunale) sarebbe quella di assicurarne il regolare e pacifico svolgimento dei lavori (ex art.39 del Dec. Lgs. 267 del 2000) che non verrebbe compromesso dalle dalla ripresa e registrazione.
g. l’unico scopo della ripresa-registrazione sarebbe quello di assicurare la documentazione della seduta, all’unico fine di informarne i cittadini, con formale impegno degli operatori (di cui dovranno essere indicate le complete generalità) di non servirsi del materiale raccolto per fini di lucro e/o di vantaggio economico, sia personale che del gruppo d’appartenenza;
h. un divieto potrebbe argomentarsi solo in presenza di una seduta segreta
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