«Libero Pensatore» (sempre)

La sez. quinta del Consiglio di Stato, con la sentenza 23 giugno 2025, n. 5464, chiarisce che in sede di gara la valutazione sull’anomalia va considerata nel suo complesso e non nei limiti dell’offerta stessa.

L’anomalia

L’art. 110, Offerte anormalmente basse, del Codice dei contratti pubblici, al primo comma postula che il seggio di gara valuta la congruità, la serietà, la sostenibilità e la realizzabilità della migliore offerta, che in base a elementi specifici, inclusi i costi dichiarati («della manodopera e gli oneri aziendali»), appaia anormalmente bassa, affidando al bando/avviso di gara gli elementi specifici (criteri) ai fini della valutazione[1].

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Giudizio di anomalia nel suo complesso

Giudizio di anomalia nel suo complesso

La sez. quinta del Consiglio di Stato, con la sentenza 23 giugno 2025, n. 5464, chiarisce che in sede di gara la valutazione sull’anomalia va considerata nel suo complesso e non nei limiti dell’offerta stessa.

L’anomalia

L’art. 110, Offerte anormalmente basse, del Codice dei contratti pubblici, al primo comma postula che il seggio di gara valuta la congruità, la serietà, la sostenibilità e la realizzabilità della migliore offerta, che in base a elementi specifici, inclusi i costi dichiarati («della manodopera e gli oneri aziendali»), appaia anormalmente bassa, affidando al bando/avviso di gara gli elementi specifici (criteri) ai fini della valutazione[1].

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La sez. V Palermo del TAR Sicilia, con la sentenza 13 maggio 2025, n. 1042 (Estensore Illuminati), si sofferma sui confini del conflitto di interessi del consigliere comunale in sede di votazione, affermando che la situazione che impone l’astensione (alias allontanamento dall’aula)[1] non può essere valutata in astratto ma dimostrata nel concreto (ovvero, dando conto degli elementi capaci di condizionare l’esito del voto)[2], donde la piena legittimità della deliberazione adottata.

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Conflitto di interessi del consigliere comunale in sede di votazione

Conflitto di interessi del consigliere comunale in sede di votazione

La sez. V Palermo del TAR Sicilia, con la sentenza 13 maggio 2025, n. 1042 (Estensore Illuminati), si sofferma sui confini del conflitto di interessi del consigliere comunale in sede di votazione, affermando che la situazione che impone l’astensione (alias allontanamento dall’aula)[1] non può essere valutata in astratto ma dimostrata nel concreto (ovvero, dando conto degli elementi capaci di condizionare l’esito del voto)[2], donde la piena legittimità della deliberazione adottata.

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La sez. VI del Consiglio di Stato, con la sentenza 29 aprile 2025, n. 3607, conferma un orientamento costante sulle modalità di redazione di un verbale di Commissione concorsuale: deve riportare – per la sua regolarità – gli aspetti salienti e significativi delle attività svolte non la loro puntuale descrizione.

Funzione del verbale

La funzione della verbalizzazione delle prove concorsuali risulta essenzialmente strumentale e probatoria, tal che le ipotetiche irregolarità o carenze nella verbalizzazione stessa non inficiano, di per sé, il concorso se non vi è prova di una incidenza effettiva sulla regolarità della correzione.

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Operazioni da verbalizzare nella Commissione di concorso e altro

Operazioni da verbalizzare nella Commissione di concorso e altro

La sez. VI del Consiglio di Stato, con la sentenza 29 aprile 2025, n. 3607, conferma un orientamento costante sulle modalità di redazione di un verbale di Commissione concorsuale: deve riportare – per la sua regolarità – gli aspetti salienti e significativi delle attività svolte non la loro puntuale descrizione.

Funzione del verbale

La funzione della verbalizzazione delle prove concorsuali risulta essenzialmente strumentale e probatoria, tal che le ipotetiche irregolarità o carenze nella verbalizzazione stessa non inficiano, di per sé, il concorso se non vi è prova di una incidenza effettiva sulla regolarità della correzione.

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È noto che le cause di incompatibilità, di cui all’art. 51 c.p.c., sono estensibili a tutti i campi dell’azione amministrativa, e quindi anche alla materia concorsuale, costituendo l’obbligo di astensione un portato dei principi di imparzialità e di trasparenza che trovano il loro fondamento nell’art. 97 Cost. e devono sempre connotare l’azione e l’organizzazione amministrativa: non solo essere ma anche l’apparire non sfugge alle regole di legalità che esigono una condotta neutra rispetto all’oggetto del giudizio, evitando quella “tensione” tra l’interesse primario perseguito, nel valutare il candidato, e l’interesse secondario di (eventuali) interessenze con il candidato stesso[1].

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L’astensione nelle commissioni concorsi

L’astensione nelle commissioni concorsi

È noto che le cause di incompatibilità, di cui all’art. 51 c.p.c., sono estensibili a tutti i campi dell’azione amministrativa, e quindi anche alla materia concorsuale, costituendo l’obbligo di astensione un portato dei principi di imparzialità e di trasparenza che trovano il loro fondamento nell’art. 97 Cost. e devono sempre connotare l’azione e l’organizzazione amministrativa: non solo essere ma anche l’apparire non sfugge alle regole di legalità che esigono una condotta neutra rispetto all’oggetto del giudizio, evitando quella “tensione” tra l’interesse primario perseguito, nel valutare il candidato, e l’interesse secondario di (eventuali) interessenze con il candidato stesso[1].

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In via generale ai fini della corretta erogazione di contributi si esige una procedimentalizzazione della procedura di assegnazione, con la predeterminazione dei criteri e delle modalità per l’erogazione delle utilità, dovendo rendere conto – negli atti di assegnazione – del rispetto delle regole poste a base dell’assegnazione, secondo gli scopi prefissi per la migliore cura dell’interesse pubblico, ex art. 12 della legge n. 241/1990.

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Piena legittimità di erogazione diretta di contributi

Piena legittimità di erogazione diretta di contributi

In via generale ai fini della corretta erogazione di contributi si esige una procedimentalizzazione della procedura di assegnazione, con la predeterminazione dei criteri e delle modalità per l’erogazione delle utilità, dovendo rendere conto – negli atti di assegnazione – del rispetto delle regole poste a base dell’assegnazione, secondo gli scopi prefissi per la migliore cura dell’interesse pubblico, ex art. 12 della legge n. 241/1990.

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In via generale, il conflitto di interessi si manifesta in relazione a determinate “interferenze relazionali” che coinvolgono il decisore pubblico, nell’esercizio concreto della funzione assegnata dall’ordinamento, dove alcune situazioni positivizzate dal legislatore possono compromettere l’imparzialità; quell’indipendenza di giudizio, architrave del potere discrezionale o istruttorio, operante all’interno del procedimento amministrativo o provvedimentale: una “tensione” effettiva (ed emotiva) tra la cura dell’interesse primario, sempre finalizzato al bene comune[1], e l’interesse secondario, quello particolare associato al singolo[2].

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Il conflitto di interessi (con modulistica sulle dichiarazioni)

Il conflitto di interessi (con modulistica sulle dichiarazioni)

In via generale, il conflitto di interessi si manifesta in relazione a determinate “interferenze relazionali” che coinvolgono il decisore pubblico, nell’esercizio concreto della funzione assegnata dall’ordinamento, dove alcune situazioni positivizzate dal legislatore possono compromettere l’imparzialità; quell’indipendenza di giudizio, architrave del potere discrezionale o istruttorio, operante all’interno del procedimento amministrativo o provvedimentale: una “tensione” effettiva (ed emotiva) tra la cura dell’interesse primario, sempre finalizzato al bene comune[1], e l’interesse secondario, quello particolare associato al singolo[2].

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