«Libero Pensatore» (è tempo di agire)
Articolo Pubblicato il 17 Ottobre, 2020

L’arido latrato del nuovo dpcm: la “di(e)ttatura” COVID-19. Riflessioni minime sul senso della misura

L’arido latrato del nuovo dpcm: la “di(e)ttatura” COVID-19. Riflessioni minime sul senso della misura

Ecco che giunge da “molto molto lontano[1] il nuovo Decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri 13 ottobre 2020, «Ulteriori disposizioni attuative del decreto-legge 25 marzo 2020, n. 19, convertito, con modificazioni, dalla legge 25 maggio 2020, n. 35, recante «Misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19», e del decreto-legge 16 maggio 2020, n. 33, convertito, con modificazioni, dalla legge 14 luglio 2020, n. 74, recante «Ulteriori misure urgenti per fronteggiare l’emergenza epidemiologica da COVID-19», nella sua linearità dispositiva toglie pezzi di libertà in virtù di un interesse superiore: la salute pubblica a scapito della democrazia: un evidente divario tra élite e popolo sull’effetto dell’obiettivazione della paura[2].

Aspettiamoci le narrazioni delle dirette The Truman show, con annunci “bandiera” sull’emergenza, con chiusure catenaccio dei “decretucci”, invece di prodigarsi sulle strutture e sui servizi sanitari, sull’assolvimento degli impegni sulle aziende, sui professionisti, sulle famiglie, sulle funzioni vitali per un Paese, dando l’ardente stura ai negazionisti, piuttosto che l’adozione di misure non ragionevoli e proporzionate, secondo i principi di “buon andamento” dell’art. 97 Cost.[3].

Principi cardine e fondamenti del sistema costituzionale e degli apparati pubblici nel processo decisionale, compreso quello legislativo, secondo l’espressione «imposizione del mezzo più mite»[4]:

  • ragionevolezza, intesa come «congruità tra disciplina normativa e decisione amministrativa, coerenza tra valutazione compiuta e decisione presa, coerenza tra decisioni comparabili»;
  • proporzionalità, «per conseguire lo scopo prefissato. Se si presenta una scelta tra più opzioni, occorre ricorrere a quella meno restrittiva, perché non si possono imporre obblighi e restrizioni alla libertà del cittadino in misura superiore a quella strettamente necessaria»[5].

Dunque, la proporzionalità e la ragionevolezza comporta un giudizio di adeguatezza del mezzo adoperato rispetto all’obiettivo da perseguire e una valutazione della portata restrittiva e della necessità delle “misure emergenziali” che si possono prendere che, associato al principio di buon andamento, comporta l’obbligo della Pubblica Amministrazione (il Governo è al vertice della stessa, ex art. 95 Cost.)[6] di perseguire la migliore realizzazione dell’interesse pubblico, in modo che vi siano congruenza e congruità tra l’azione amministrativa e il fine che essa deve perseguire[7].

Forse, come suggerito da alcuni, siamo alle porte di un nuovo ordine mondiale (NWO), con la conquista di una nuova morale sociale (la delazione), dove al primo posto vengono negate le relazioni e gli assembramenti (se non il concetto stesso di famiglia, ex artt. 29 ss. Cost.) in una celebrazione della “biosicurezza”, un controllo generale delle persone mediante gli strumenti tecnologici o da remoto, riprogrammando i concetti di solidarietà, accettando (tollerando) ogni imposizione e limitazione dei diritti, individuali e collettivi, in ragione del supremo interesse alla salute pubblica, a scapito della privacy e della riservatezza individuale, con la tracciatura sistematica dei dati personali e dei movimenti immuni, prima, delle opinioni, poi (vedi infra, l’Unità di monitoraggio della rete web)[8].

Il decalogo delle premesse nel dpcm – opera da motivazione – a sostegno degli effetti da COVID-19, valutata dall’OMS come «pandemia» in considerazione dei livelli di diffusività e gravità raggiunti a livello globale, ed in ragione dell’evolversi della situazione epidemiologica, il carattere particolarmente diffusivo e l’incremento dei casi sul territorio nazionale, senza alcun grado di approssimazione o riscontro statistico[9].

I “richiami”, i “visto” e “considerato” invadono il lenzuolo di parole del dpcm, nonché i verbali del Comitato tecnico-scientifico, il cui contenuto non compare nel testo, infuso nell’oscurità della decretazione, senza osservare il futuro con gli occhi di lontani aruspici ma da nostrani proponenti.

Ritornando al dpcm, si acclara che la proposta arriva dal Ministro della salute «sentiti i Ministri dell’interno, della difesa, dell’economia e delle finanze, nonchè i Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale, dell’istruzione, della giustizia, delle infrastrutture e dei trasporti, dell’università e della ricerca, delle politiche agricole alimentari e forestali, dei beni e delle attività culturali e del turismo, del lavoro e delle politiche sociali, per la pubblica amministrazione, per le politiche giovanili e lo sport, per gli affari regionali e le autonomie, per le pari opportunità e la famiglia, nonchè sentito il Presidente della Conferenza dei presidenti delle regioni e delle province autonome»: nessuno vuole mancare al “richiamo” del potere.

Ed ecco l’ordine per il contenimento urgente del contagio sull’intero territorio nazionale: l’«obbligo sull’intero territorio nazionale di avere sempre con sè dispositivi di protezione delle vie respiratorie, nonchè obbligo di indossarli nei luoghi al chiuso diversi dalle abitazioni private e in tutti i luoghi all’aperto a eccezione dei casi in cui, per le caratteristiche dei luoghi o per le circostanze di fatto, sia garantita in modo continuativo la condizione di isolamento rispetto a persone non conviventi, e comunque con salvezza dei protocolli e delle linee guida anti-contagio previsti per le attività economiche, produttive, amministrative e sociali, nonchè delle linee guida per il consumo di cibi e bevande».

Non mancano le “perle” di saggezza scientifica e medica, a tutela della salute pubblica, disseminate nei paragrafi e nei sottoparagrafi.

Sono ammesse, in verità, esclusione agli obblighi cogenti, ad esempio per «i soggetti che stanno svolgendo attività sportiva», ovvero nel momento di massimo sforzo dinamico, quello che produce energia cinetica, ma subito il pentimento di questa inusuale libertà sopravviene, raccomandando fortemente (nello stile dei diktat, quasi in una forma Command and Control) «l’uso dei dispositivi di protezione delle vie respiratorie anche all’interno delle abitazioni private in presenza di persone non conviventi».

In effetti, si tratta di un quasi ordine, privo di reale efficacia mancando un sistema di verifica della “raccomandazione”, anche se a questa carenza giuridica sovviene il wistleblower, o forse l’agente sotto copertura, piuttosto che l’agente provocatore, sarebbe certamente un abuso d’autorità (o un eccesso di potere, sintomatico dello sviamento del fine).

A sostenere l’affidabilità dell’uso delle “mascherine”, anticipazione di quelle più strutturate di carnevale, è possibile «utilizzate mascherine di comunità, ovvero mascherine monouso o mascherine lavabili, anche auto-prodotte, in materiali multistrato idonei a fornire una adeguata barriera e, al contempo, che garantiscano comfort e respirabilità, forma e aderenza adeguate che permettano di coprire dal mento al di sopra del naso», senza l’esigenza (del tutto inutile) di alcuna certificazione (DM/Dpi), purché sia assicurata la comoda respirazione: una mascherina “allunga la vita”.

Le ulteriori misure, con una logica fenomenica o quantistica, variano i confini del confinamento spaziale, con un rimando elastico (dinamico, secondo il diritto vivente o in prospective overruling) del numero degli assembramenti e dei metri di distanza (qualche esemplificazione, ai più incomprensibile):

  • accesso del pubblico ai parchi, alle ville e ai giardini pubblici, distanziamento di almeno un metro;
  • attività sportiva o attività motoria all’aperto, anche presso aree attrezzate e parchi pubblici, ove accessibili, distanziamento almeno due metri per l’attività sportiva e di almeno un metro per ogni altra attività;
  • eventi e competizioni riguardanti gli sport individuali e di squadra è consentita la presenza di pubblico, con una percentuale massima di riempimento del 15% rispetto alla capienza totale e comunque non oltre il numero massimo di 1000 spettatori per manifestazioni sportive all’aperto e di 200 spettatori per manifestazioni sportive in luoghi chiusi;
  • manifestazioni pubbliche consentito soltanto in forma statica, a condizione che, nel corso di esse, siano osservate le distanze sociali prescritte e le altre misure di contenimento;
  • spettacoli in sale teatrali, sale da concerto, sale cinematografiche e in altri spazi anche all’aperto, distanziamento di almeno un metro sia per il personale, sia per gli spettatori che non siano abitualmente conviventi, con il numero massimo di 1000 spettatori per spettacoli all’aperto e di 200 spettatori per spettacoli in luoghi chiusi, per ogni singola sala;
  • feste conseguenti alle cerimonie civili o religiose sono consentite con la partecipazione massima di 30 persone;
  • abitazioni private, è fortemente raccomandato di evitare feste, nonché di evitare di ricevere persone non conviventi di numero superiore a sei;
  • manifestazioni fieristiche ed i congressi, distanziamento interpersonale di almeno un metro;
  • luoghi di culto, distanziamento tra persone di almeno un metro;
  • musei e altri istituti e luoghi della cultura i visitatori possano (non devono, quindi) rispettare il distanziamento tra loro di almeno un metro.
  • attività commerciali al dettaglio distanziamento interpersonale di almeno un metro, che gli ingressi avvengano in modo dilazionato e che venga impedito di sostare all’interno dei locali più del tempo necessario all’acquisto dei beni;
  • attività dei servizi di ristorazione (fra cui bar, pub, ristoranti, gelaterie, pasticcerie) consentite sino alle ore 24.00 con consumo al tavolo e sino alle ore 21.00 in assenza di consumo al tavolo (probabilmente, secondo le regole previste nelle discipline sulla sicurezza o accountability, probabilità e impatto, check and balance oppure risk management, il virus segue delle sequenze temporali di maggior aggressione patogena);
  • divieto di consumazione sul posto o nelle adiacenze dopo le ore 21.00 e fermo restando l’obbligo di rispettare il distanziamento di sicurezza interpersonale di almeno un metro (viene riconfermata la temporalità dello status del COVID-19);
  • esercizi di somministrazione di alimenti e bevande siti negli ospedali e negli aeroporti, obbligo di assicurare in ogni caso il rispetto del distanziamento interpersonale di almeno un metro;
  • stabilimenti balneari e nelle spiagge di libero accesso, distanziamento interpersonale di sicurezza di un metro;
  • attività delle strutture ricettive, distanziamento interpersonale di sicurezza di un metro negli spazi comuni.

Appare evidente che i criteri seguiti rispettano i postulati dell’esercito (questo) di esperti e commissari, assoldati dai diversi apparati delle Istituzioni, tralasciando quelli indipendenti, come pure i c.d. benefattori del bonus per il rilancio e la semplificazione, rimanendo in disparte gli effetti non programmati (ma evitabili, almeno con il buon senso) sull’economia, sui servizi, sul commercio: i ritardi imposti e l’improvvisazione dimostrano platealmente il fermo della riorganizzazione dell’emergenza (i piani di riprogettare degli ospedali hanno sostato nella polvere)[10], impedendo l’immediata ripresa (e l’adozione di tali misure ingenerose): nuovi poveri e nuovi disoccupati[11].

Le grandi fabbriche non chiuderanno (dicono negli ambienti informati) ma i magazzini traboccano di merci per l’assenza di domanda e di fiducia.

Va rammentato, non ultimo, il Comitato di esperti in materia economico e sociale, deputato ad individuare «nuovi modelli organizzativi e relazionali» (del tutto volontario e privo di compenso); senza voler lodare l’apporto dell’Unità di monitoraggio per il contrasto della diffusione di fake news relative al COVID-19 sul web e sui social network[12].

È pur vero che un grande pensatore, come Parmenide, diede rilievo ad una dottrina non empirica, quale il carattere illusorio del mondo del mutamento, seguito da grandi scienziati che hanno concepito le cose in modo analogo, «la negazione della realtà del mutamento, possa effettivamente definire i veri limiti di tutta la razionalità e di tutta la scienza, e confinarci alla ricerca di ciò che è invariante»[13], entrando nella filosofia del pensiero e non nell’economia di una Nazione.

Più significative le limitazioni agli spostamenti da e per l’estero (stringenti e impositivi della “quarantena”), compresa la sorveglianza sanitaria e l’isolamento fiduciario con obblighi di sottoporsi a test molecolare o antigenico a seguito dell’ingresso nel territorio nazionale dall’estero e autocertificazioni sull’assolvimento degli obblighi (presenti i divieti anche nei viaggi o nei trasporti, con scarsi effetti sulla propagazione)[14].

Si direbbero misure idonee, ma qualora un governatore pensa di limitare gli spostamenti, ordinando «il divieto di ingresso, transito e sosta nel territorio della Regione siciliana da parte di ogni migrante che raggiunga le coste siciliane con imbarcazioni di grandi e piccole dimensioni, comprese quelle delle O.N.G.», s’incaglia sulla sospensione del provvedimento «in quanto le misure urgenti che sono state disposte nel provvedimento impugnato…, in considerazione della natura e della complessità delle attività necessarie a tal fine…, la mancanza di specifiche e adeguate misure organizzative e di coordinamento e ancora, a monte, di una preventiva verifica di fattibilità/sostenibilità delle medesime», atteso che si ingenera «difficoltà di coordinamento tra le autorità deputate alla gestione delle relative attività, avuto riguardo alle competenze rispettivamente spettanti a ciascun attore istituzionale, e, dall’altro, le predette misure potrebbero proprio esse stesse creare le condizioni di potenziale pericolo per la salute e l’incolumità pubblica che avrebbero, invece, inteso scongiurare»[15]: manca un’adeguata istruttoria motivazionale in parallelo o a contrario con i nuovi dpcm[16].

Più intensi e rafforzati i compiti affidati agli «operatori di sanità pubblica e i servizi di sanità pubblica territorialmente competenti» che assumono una molteplicità di funzioni, di accertamenti, di informazioni rivolte ai contagiati (o presunti asintomatici), compreso il contatto telefonico dettagliato e «informano la persona circa la necessità di misurare la temperatura corporea due volte al giorno (la mattina e la sera)», senza una reale possibilità di riscontro alle comunicazioni fornite, ovvero quelle di mantenere in isolamento, salvo quello di «contattare quotidianamente, per avere notizie sulle condizioni di salute, la persona in sorveglianza».

Continua il dcpm, arrivando «anche al 70-75%»[17], lo smart working nella P.A., con le percentuali del POLA (Piano organizzativo del lavoro agile)[18], anticipo al pericolo prossimo del c.d. lockdown, senza rammentare il “domino”, o effetto a cascata, conseguente sugli esercizi commerciali in prossima emigrazione, salvo la folla del “Giro d’Italia”, troppo limitato per rilanciare il credito.

Chiude il dpcm assegnando al prefetto territorialmente competente il compito di dare esecuzione alle misure e di monitorarne l’attuazione delle restanti misure da parte delle Amministrazioni competenti, avvalendo delle Forze di polizia, con il possibile concorso del Corpo nazionale dei vigili del fuoco e, per la salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, dell’Ispettorato nazionale del lavoro e del Comando carabinieri per la tutela del lavoro, nonché, ove occorra, delle Forze armate, sentiti i competenti comandi territoriali, dandone comunicazione al Presidente della Regione e della Provincia autonoma interessata: l’esercito (quello armato) scende in campo.

Le disposizioni si applicano dalla data del 14 ottobre 2020 in sostituzione di quelle del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 7 agosto 2020, come prorogato dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 7 settembre 2020, e sono efficaci fino al 13 novembre 2020, ma attendiamoci la proroga (se non già avvenuta mentre leggiamo).

La rilevanza sociale dell’argomento e la correttezza di espressione non può impedire la libertà di pensiero (ex art. 21 Cost.), odorando il dpcm, udendo il sibilo delle sue stratificazioni (norme e protocolli correlati), si rimane profondamente scossi (perduti) nell’animo semplice[19] e sorge, ai più virtuosi, un insolito interrogativo: “ma in che mani siamo capitati![20], sapendo ormai che anche questa incoerenza può essere sanzionata, non potendo più stringerci le mani se non toccandoci (…) i gomiti: «i miracoli e la verità sono necessari, poiché occorre convincere completamente l’uomo, nel corpo e nell’anima»[21].

Quale conclusione possibile, «è meglio fidarsi o scoprire la verità», affermare l’efficacia dei dpcm o attendere il baratro, «to be, or not to be, that is the question»[22], in un terreno di congetture da verificare e da condividere in un processo di negoziazione a senso unico e di partecipazione mancata, con un senso di profonda opacità o incapacità intenzionale[23], mentre alcuni si aumentano gli stipendi e dormono sonni tranquilli nonostante i dpcm: indifferenti al tempo, «una leggera frangia di neve gli si era posata come una cappa sulle spalle del mantello e come una mascherina sulla punta delle galosce»[24].

Poesia consigliata: Recitativo (DE ANDRÈ):

«Uomini, poichè all’ultimo minuto

non vi assalga il rimorso ormai tardivo

per non aver pietà giammai avuto

e non diventi rantolo il respiro:

sappiate che la morte vi sorveglia,

gioir nei prati o fra i muri di calce,

come crescere il gran guarda il villano,

finchè non sia maturo per la falce».

[1] IULIANO, Shrek, il nuovo paese di Molto Molto Lontano, bestmovie.it, 12 marzo 2010, nella trama, a seguito di un patto, «l’orco affronta una realtà parallela… diversa dal mondo che era abituato a conoscere», similarmente assistiamo – senza aver sottoscritto “patti sociali” – disposizioni ben lontane dalla realtà che avremo voluto o immaginato. Invero, «l’atto istitutivo del Governo non è affatto un contratto, ma una Legge; che i depositari del potere esecutivo non sono in alcun modo i padroni del popolo, ma i suoi funzionari; che il popolo può minarli e destituirli quando vuole», nel pensiero di ROUSSEAU, Mezzo per prevenire le usurpazioni del Governo, nel capitolo XVIII del Il contratto sociale.

[2] DELUMEAU, La paura in occidente. Storia della paura nell’età moderna, Milano, 2018, pag. 35, riferito al senso di insicurezza e dell’abbandono che respiriamo, «perché questa fragilità? Il rovescio congiunturale prodottosi in Europa nel XIV secolo è attualmente ben conosciuto: la peste ricompare nella scena creando in quel periodo enormi sconquassi per restarvi poi a lungo».

[3] Vedi, sul punto, DEODATO, Brevi riflessioni sul fondamento e sul declino dello Stato di diritto, federalismi.it, 28 febbraio 2018, nella chiara analisi dei tempi, si afferma la necessità che «la legge sia stata prodotta da un sistema effettivamente rappresentativo della volontà popolare e che sia confezionata in modo da attribuire una potestà il cui esercizio sia prevedibile dal cittadino (soprattutto quando la sua attuazione provoca effetti di limitazione e di conformazione dei diritti e delle libertà dei governati). Ora, tali caratteri appaiono sempre più deficitari». Non sono mancati rilievi iniziali sulla liceità della decretazione d’urgenza (rimediata poi con un’audizione al Parlamento), ovvero la «convinzione diffusa negli uffici parlamentari» di una forzatura alla prassi, al galateo costituzionale, scegliendo di governare mediante Dpcm, CACOPARDO, Il premier non era competente. E quindi gli atti da lui assunti con i Dpcm sono illegittimi, ItaliaOggi, 24 aprile 2020, pag. 4.

[4] Cfr. GALETTA, Il principio di proporzionalità fra diritto nazionale e diritto europeo (e con uno sguardo anche al di là dei confini dell’Unione Europea), giustizia-amministrativa.it, 2020.

[5] CASSESE, Istituzioni di diritto amministrativo, Milano 2004, pag. 12. È noto che l’esercizio del potere di ordinanza, quello strutturalmente assimilabile nei dpcm, si deve limitare ad imporre misure tali da comportare il minore sacrificio possibile per il destinatario, Cons. Stato, sez. V, 26 maggio 2015 n. 2610.

[6] La Presidenza del Consiglio dei Ministri, organo supremo di coordinamento politico – amministrativo, al quale vanno attribuiti i poteri di indirizzo e di organizzazione dello Stato nella sua unitarietà, vedi, personale contributo, Profili di coordinamento politico e amministrativo tra gli organi dello Stato: la Presidenza del Consiglio dei Ministri, il Parlamento, il Ministro di Grazia e Giustizia e il Consiglio Superiore della Magistratura, Rivista della Corte dei Conti, 1998, n. 5, ove precisavo che «con la legge 23 agosto 1998 n. 400 e D.P.C.M. 27.12.1998 sono state individuate le strutture e si è disciplinato l’organizzazione interna della presidenza con l’articolazione della stessa in dipartimenti ed uffici; mentre, con la prassi costituzionale, è stata ravvisata in capo al Presidente del Consiglio dei ministri una specifica funzione e responsabilità di coordinamento non solo politico ma anche amministrativo».

[7] Cons. Stato, sez. VI, 18 settembre 2018, n. 5454.

[8] Cfr. PERUCCHIETTI – MARLETTA, Governo globale, la storia segreta del nuovo ordine mondiale, Città di Castello, 2013, pag. 318, dove si delineava una situazione catastrofica per il prossimo ventennio, citando un documento pubblicato dalla Fondazione Rockefeller pubblicato nel 2010 e la distopia di 1984 di ORWELL, «a colpire… è la cifra esorbitante di morti che attenderebbe l’umanità, a partire da una misteriosa pandemia, che sarebbe stata «anticipata da anni al mondo»… Proprio a causa di questa pandemia i popoli saranno costretti a cedere la propria sovranità a un governo più autoritario di stampo mondialista, il che comporterà un più stretto controllo su tutti gli aspetti della vita, incluso il chip biometrico ID (di identificazione) per tutti i cittadini… Unica eccezione la Cina, il cui governo riuscirà a mettere in quarantena la popolazione instaurando un rigido controllo delle masse», seguirà il totalitarismo. Vedi, anche, l’approfondimento personale, Impronte digitali e microchip per la riforma della PA, mauriziolucca.com, agosto 2018, dove si diagnosticava l’inserimento di un microchip sottocutaneo “per ragioni di sicurezza” e un migliore controllo della prestazione lavorativa, a tacer d’altro.

[9] Volendo almeno spiegare l’esperienza del fenomeno, senza spingerci «nella specificazione delle sue leggi generali, tanto lontano da dedurre la produzione delle forme in sé finalistiche della natura» e delle sue forme empiriche, KANT, Prima introduzione alla Critica del Giudizio, Roma – Bari, 1979, pag. 94.

[10] DI GIUSEPPE, Arcuri non ha mai cominciato i lavori per le terapie intensive, editorialedomani.it, 16 ottobre 2020, dove si esplicita che «il decreto Rilancio di questa primavera ha stanziato nuovo fondi per le terapie intensive… Le regioni hanno presentato le loro richieste entro luglio, ma il ministero della Salute ha tardato a dare risposta… I lavori dovranno partire a fine mese. Iniziare ora che la pandemia sta tornando significherebbe chiudere interi reparti oppure spostare i pazienti ricoverati in stanze recuperate in extremis».

[11] Covid: Caritas, aumentano i ‘nuovi poveri’, sono il 45%, Ansa.it, 17 ottobre 2020, ovi si annota che «nel periodo maggio-settembre 2020, confrontato con gli stessi mesi del 2019, l’incidenza dei “nuovi poveri” per effetto dell’emergenza Covid passa dal 31% al 45%: “quasi una persona su due che si rivolge alla Caritas lo fa per la prima volta”».

[12] Queste tecniche di operare, di distrazione degli spin doctor, funzionali alla corretta rappresentazione dei fatti, possono debordare in una tendenza, non del tutto moderna, di non distinguere più «tra informazione e manipolazione», per «influenzare l’esito di una campagna o di una battaglia» alla ricerca del consenso, FOA, Gli stregoni della notizia. Atto secondo. Come si fabbrica informazione al servizio dei governi, Milano, 2006, pag. 151. Ed in effetti «nel mercato del potere il curriculum conta solo per contribuire al disboscamento dell’Amazzonia. Decidono le relazioni, le affiliazioni, le convenienze, i crediti, i favori, le ruggini, i rancori, le intese, i cassetti aperti e chiusi», SALVAGGIULO, Io sono il potere. Confessioni di un capo di gabinetto, Milano, 2020, pag. 17. Cfr. PEROTTI, Quanto i papaveri “catturano” i politici: il caso della Farnesina, Lavoce.info, Maggio 2014, dove si descrive di una «campagna di disinformazione condotta da anni per nascondere questi privilegi all’opinione pubblica e ai politici».

[13] SEVERINO, Einstein e Popper: ritorno a Parmenide, in I volti del tempo, a cura di GIORELLO, SIDONI, SINIGAGLIA, Milano, 2001, pag. 105.

[14] Titolo, Covid, donna positiva doveva stare in quarantena ma era sul treno: trovata e denunciata, ilmessaggero.it, 17 ottobre 2020, espressione dell’inefficacia calzante della misura.

[15] T.A.R. Palermo, sez. III, dec., 27 agosto 2020, n. 842.

[16] Bastava scorgere gli spunti dalla “Storia Patria”, durante la peste nera del 1348 dove «la probabilità di risultati positivi erano offerte dai cordoni sanitari… grazie all’incessante ed inflessibile sorveglianza esercitata lungo la linea di difesa. Tuttavia per le grandi città dove i commerci erano vasti e frequenti, questo tipo di difesa era praticamente destinato al fallimento», CIPOLLA, Cristofano e la peste, Bologna, 1976, pag. 66.

[17] Coronavirus, Speranza: “Mossa netta sullo smart working, si può arrivare anche al 70-75%”, lastampa.it, 17 ottobre 2020.

[18] Cfr. per un approfondimento, Processi evolutivi da smart working e riforma della P.A, mauriziolucca.com, agosto 2020.

[19] Quasi «uno spavento dopo l’altro. Ma quando finirà?», FRANK, Diari, sabato 15 aprile 1944.

[20] Si potrebbe accordarsi sul fatto che «sottomettersi alle leggi di un paese, di viverci tranquillamente e di godere dei privilegi e della protezione che quelle leggi assicurano, non rende un uomo membro di quella società», LOCKE, Il secondo trattato sul governo, Milano, 1998, pag. 225.

[21] PASCAL, Pensieri, capitolo XIII, n. 806.

[22] SHAKESPEARE, Amleto, atto terzo, scena prima, 1600/1602.

[23] ANOLLI, Mentire. Tutti lo fanno, anche gli animali, Bologna, 2003, pag. 114.

[24] JOYCE, Gente di Dublino.