«Libero Pensatore» (sempre)

Nella gestione del ciclo di vita (quasi un essere umano) di un appalto (dalla sua ideazione al collaudo) il RUP svolge un ruolo fondamentale nella sua gestione, sicché ogni modificazione in corso di esecuzione (perizia di variante) esige un’istruttoria a sua giustificazione: compito precipuo del RUP (obblighi istituzionali) è quello di effettuare i dovuti controlli, che consistono nel verificare la correttezza e la legittimità degli atti tecnici e amministrativi relativi al procedimento di cui è responsabile: responsabilità propria, mentre nel caso di valenza esterna affidata ad altro soggetto (il dirigente) siamo in presenza di una responsabilità in vigilando[1].

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Profili di responsabilità erariale nell’esecuzione di lavori pubblici

Profili di responsabilità erariale nell’esecuzione di lavori pubblici

Nella gestione del ciclo di vita (quasi un essere umano) di un appalto (dalla sua ideazione al collaudo) il RUP svolge un ruolo fondamentale nella sua gestione, sicché ogni modificazione in corso di esecuzione (perizia di variante) esige un’istruttoria a sua giustificazione: compito precipuo del RUP (obblighi istituzionali) è quello di effettuare i dovuti controlli, che consistono nel verificare la correttezza e la legittimità degli atti tecnici e amministrativi relativi al procedimento di cui è responsabile: responsabilità propria, mentre nel caso di valenza esterna affidata ad altro soggetto (il dirigente) siamo in presenza di una responsabilità in vigilando[1].

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L’art. 16 del DPR n. 380/2001 postula (salvo i casi di esenzione, di cui all’art. 17, comma 3), che il rilascio del permesso di costruire comporta la corresponsione di un contributo (c.d. oneri concessori) commisurato: all’incidenza degli oneri di urbanizzazione (primaria e secondaria), nonché al costo di costruzione[1].

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Carico urbanistico e oneri concessori

Carico urbanistico e oneri concessori

L’art. 16 del DPR n. 380/2001 postula (salvo i casi di esenzione, di cui all’art. 17, comma 3), che il rilascio del permesso di costruire comporta la corresponsione di un contributo (c.d. oneri concessori) commisurato: all’incidenza degli oneri di urbanizzazione (primaria e secondaria), nonché al costo di costruzione[1].

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L’annullamento d’ufficio (procedimento c.d. “di secondo grado”), rappresenta una facoltà dell’Amministrazione di ripristinare la legittimità dell’agire pubblico, a fronte di una serie di presupposti disciplinati all’art. 21 nonies della legge n. 241/1990: un accertamento della sussistenza di ragioni di interesse pubblico specifico, diverse dal mero ripristino della legalità violata[1], e un bilanciamento con l’affidamento del privato destinatario del provvedimento (la stabilità dell’atto adottato), donde l’esigenza di assicurare le guarentigie di cui all’art. 7 e seguenti della cit. legge sul procedimento amministrativo.

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Il contraddittorio nell’autotutela

Il contraddittorio nell’autotutela

L’annullamento d’ufficio (procedimento c.d. “di secondo grado”), rappresenta una facoltà dell’Amministrazione di ripristinare la legittimità dell’agire pubblico, a fronte di una serie di presupposti disciplinati all’art. 21 nonies della legge n. 241/1990: un accertamento della sussistenza di ragioni di interesse pubblico specifico, diverse dal mero ripristino della legalità violata[1], e un bilanciamento con l’affidamento del privato destinatario del provvedimento (la stabilità dell’atto adottato), donde l’esigenza di assicurare le guarentigie di cui all’art. 7 e seguenti della cit. legge sul procedimento amministrativo.

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In generale, un’unità immobiliare ad uso residenziale si compone di locali abitabili e in spazi accessori, quali garage (autorimesse), cantine e locali di servizio (magazzini) che assolvono una diversa funzione, sicché un cambio di destinazione esige un titolo edilizio trattandosi di un ampliamento della superficie residenziale e della relativa volumetria (categorie diverse, non omogenee): una modificazione edilizia con effetti incidenti sul carico urbanistico.

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Illegittima la trasformazione di un garage in vano abitabile

Illegittima la trasformazione di un garage in vano abitabile

In generale, un’unità immobiliare ad uso residenziale si compone di locali abitabili e in spazi accessori, quali garage (autorimesse), cantine e locali di servizio (magazzini) che assolvono una diversa funzione, sicché un cambio di destinazione esige un titolo edilizio trattandosi di un ampliamento della superficie residenziale e della relativa volumetria (categorie diverse, non omogenee): una modificazione edilizia con effetti incidenti sul carico urbanistico.

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Nel mondo del diritto amministrativo l’esigenza di certezza delle posizioni giuridiche impone di seguire alcune regole istruttorie dal momento di avvio del procedimento ad istanza di parte, e più specificatamente si dovrà osservare il momento finale, quando – al termine delle attività e delle valutazioni effettuate sulla richiesta – si dovrà decidere, ossia prendere la decisione finale, con la sottoscrizione del provvedimento, dando effetti obbligatori all’atto sottoscritto, incidente la sfera giuridica del destinatario con l’accoglimento o il suo diniego.

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Il principio del tempus regit actum

Il principio del tempus regit actum

Nel mondo del diritto amministrativo l’esigenza di certezza delle posizioni giuridiche impone di seguire alcune regole istruttorie dal momento di avvio del procedimento ad istanza di parte, e più specificatamente si dovrà osservare il momento finale, quando – al termine delle attività e delle valutazioni effettuate sulla richiesta – si dovrà decidere, ossia prendere la decisione finale, con la sottoscrizione del provvedimento, dando effetti obbligatori all’atto sottoscritto, incidente la sfera giuridica del destinatario con l’accoglimento o il suo diniego.

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Il diritto di accesso del consigliere comunale trova la propria base giuridica nell’art. 43, comma 2 del d.lgs. n. 267 del 2000 (TUEL), quale diritto pieno ad acquisire le «notizie e le informazioni in loro possesso, utili all’espletamento del proprio mandato», essendo tenuti al segreto nei casi previsti dalla legge[1], segnando inesorabilmente una prospettiva estesa del diritto, avuto riguardo all’insieme delle norme che direttamente o indirettamente giustificano e legittimano all’attualità dell’esercizio.

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Nessun onere motivazionale per l’accesso del consigliere comunale

Nessun onere motivazionale per l’accesso del consigliere comunale

Il diritto di accesso del consigliere comunale trova la propria base giuridica nell’art. 43, comma 2 del d.lgs. n. 267 del 2000 (TUEL), quale diritto pieno ad acquisire le «notizie e le informazioni in loro possesso, utili all’espletamento del proprio mandato», essendo tenuti al segreto nei casi previsti dalla legge[1], segnando inesorabilmente una prospettiva estesa del diritto, avuto riguardo all’insieme delle norme che direttamente o indirettamente giustificano e legittimano all’attualità dell’esercizio.

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