«Libero Pensatore» (sempre)

La sez. I del TAR Basilicata, con la sentenza 9 aprile 2025, n. 236 (Est. Mastrantuono), rigetta una richiesta di accesso ad una serie di documenti prodotti (adottati) dall’Amministrazione negli ultimi undici anni (riferiti ad incarichi legali), ove il diniego è giustificato dal fatto che gli atti risultano già pubblicati, dunque, ostensibili (visibili) direttamente mediante accesso al sito istituzionale: un’attività materiale non complessa e agevole.

Continua a leggere

Limiti all’accesso (emulativo) del consigliere comunale

Limiti all’accesso (emulativo) del consigliere comunale

La sez. I del TAR Basilicata, con la sentenza 9 aprile 2025, n. 236 (Est. Mastrantuono), rigetta una richiesta di accesso ad una serie di documenti prodotti (adottati) dall’Amministrazione negli ultimi undici anni (riferiti ad incarichi legali), ove il diniego è giustificato dal fatto che gli atti risultano già pubblicati, dunque, ostensibili (visibili) direttamente mediante accesso al sito istituzionale: un’attività materiale non complessa e agevole.

Continua a leggere

Il comma 3, dell’art. 31, Interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire, in totale difformità o con variazioni essenziali, del DPR n. 380/2001, nella sua chiarezza espositiva dispone che «se il responsabile dell’abuso non provvede alla demolizione e al ripristino dello stato dei luoghi nel termine di novanta giorni dall’ingiunzione, il bene e l’area di sedime, nonché quella necessaria, secondo le vigenti prescrizioni urbanistiche, alla realizzazione di opere analoghe a quelle abusive sono acquisiti di diritto gratuitamente al patrimonio del comune», esprimendo una forza ripristinatoria (caratterizzata per il fatto che attiene al bene e non al reo) e sanzionatoria (dell’ablazione della proprietà) ad efficacia condizionata e differita, essendo previsto ex lege il termine dilatorio di novanta giorni per conformarvisi, rilevando che l’atto è privo di discrezionalità, essendo vincolato all’accertamento dell’abuso: l’inottemperanza.

Continua a leggere

Inottemperanza all’ordinanza di demolizione disposta del giudice penale

Inottemperanza all’ordinanza di demolizione disposta del giudice penale

Il comma 3, dell’art. 31, Interventi eseguiti in assenza di permesso di costruire, in totale difformità o con variazioni essenziali, del DPR n. 380/2001, nella sua chiarezza espositiva dispone che «se il responsabile dell’abuso non provvede alla demolizione e al ripristino dello stato dei luoghi nel termine di novanta giorni dall’ingiunzione, il bene e l’area di sedime, nonché quella necessaria, secondo le vigenti prescrizioni urbanistiche, alla realizzazione di opere analoghe a quelle abusive sono acquisiti di diritto gratuitamente al patrimonio del comune», esprimendo una forza ripristinatoria (caratterizzata per il fatto che attiene al bene e non al reo) e sanzionatoria (dell’ablazione della proprietà) ad efficacia condizionata e differita, essendo previsto ex lege il termine dilatorio di novanta giorni per conformarvisi, rilevando che l’atto è privo di discrezionalità, essendo vincolato all’accertamento dell’abuso: l’inottemperanza.

Continua a leggere

In presenza di un vizio del provvedimento (violazione di legge per contrasto con una norma superiore) l’Amministrazione dispone del potere di annullamento di ufficio, in mancanza del quale l’atto disperde nel tempo i propri effetti (non corretti con l’assetto ordinamentale), dovendo, al contempo, osservare che a fronte di questo limite (inerzia della PA) vi è stata un’apertura giurisprudenziale[1], secondo la quale si potrebbe invocare in giudizio (a cura del giudice) l’inapplicabilità della norma (che l’Amministrazione avrebbe potuto rimuovere esercitando l’autotutela).

Continua a leggere

Disapplicazione di un regolamento in contrasto con la Costituzione

Disapplicazione di un regolamento in contrasto con la Costituzione

In presenza di un vizio del provvedimento (violazione di legge per contrasto con una norma superiore) l’Amministrazione dispone del potere di annullamento di ufficio, in mancanza del quale l’atto disperde nel tempo i propri effetti (non corretti con l’assetto ordinamentale), dovendo, al contempo, osservare che a fronte di questo limite (inerzia della PA) vi è stata un’apertura giurisprudenziale[1], secondo la quale si potrebbe invocare in giudizio (a cura del giudice) l’inapplicabilità della norma (che l’Amministrazione avrebbe potuto rimuovere esercitando l’autotutela).

Continua a leggere

L’art. 16 del DPR n. 380/2001 postula (salvo i casi di esenzione, di cui all’art. 17, comma 3), che il rilascio del permesso di costruire comporta la corresponsione di un contributo (c.d. oneri concessori) commisurato: all’incidenza degli oneri di urbanizzazione (primaria e secondaria), nonché al costo di costruzione[1].

Continua a leggere

Carico urbanistico e oneri concessori

Carico urbanistico e oneri concessori

L’art. 16 del DPR n. 380/2001 postula (salvo i casi di esenzione, di cui all’art. 17, comma 3), che il rilascio del permesso di costruire comporta la corresponsione di un contributo (c.d. oneri concessori) commisurato: all’incidenza degli oneri di urbanizzazione (primaria e secondaria), nonché al costo di costruzione[1].

Continua a leggere

L’annullamento d’ufficio (procedimento c.d. “di secondo grado”), rappresenta una facoltà dell’Amministrazione di ripristinare la legittimità dell’agire pubblico, a fronte di una serie di presupposti disciplinati all’art. 21 nonies della legge n. 241/1990: un accertamento della sussistenza di ragioni di interesse pubblico specifico, diverse dal mero ripristino della legalità violata[1], e un bilanciamento con l’affidamento del privato destinatario del provvedimento (la stabilità dell’atto adottato), donde l’esigenza di assicurare le guarentigie di cui all’art. 7 e seguenti della cit. legge sul procedimento amministrativo.

Continua a leggere

Il contraddittorio nell’autotutela

Il contraddittorio nell’autotutela

L’annullamento d’ufficio (procedimento c.d. “di secondo grado”), rappresenta una facoltà dell’Amministrazione di ripristinare la legittimità dell’agire pubblico, a fronte di una serie di presupposti disciplinati all’art. 21 nonies della legge n. 241/1990: un accertamento della sussistenza di ragioni di interesse pubblico specifico, diverse dal mero ripristino della legalità violata[1], e un bilanciamento con l’affidamento del privato destinatario del provvedimento (la stabilità dell’atto adottato), donde l’esigenza di assicurare le guarentigie di cui all’art. 7 e seguenti della cit. legge sul procedimento amministrativo.

Continua a leggere

Nel mondo del diritto amministrativo l’esigenza di certezza delle posizioni giuridiche impone di seguire alcune regole istruttorie dal momento di avvio del procedimento ad istanza di parte, e più specificatamente si dovrà osservare il momento finale, quando – al termine delle attività e delle valutazioni effettuate sulla richiesta – si dovrà decidere, ossia prendere la decisione finale, con la sottoscrizione del provvedimento, dando effetti obbligatori all’atto sottoscritto, incidente la sfera giuridica del destinatario con l’accoglimento o il suo diniego.

Continua a leggere

Il principio del tempus regit actum

Il principio del tempus regit actum

Nel mondo del diritto amministrativo l’esigenza di certezza delle posizioni giuridiche impone di seguire alcune regole istruttorie dal momento di avvio del procedimento ad istanza di parte, e più specificatamente si dovrà osservare il momento finale, quando – al termine delle attività e delle valutazioni effettuate sulla richiesta – si dovrà decidere, ossia prendere la decisione finale, con la sottoscrizione del provvedimento, dando effetti obbligatori all’atto sottoscritto, incidente la sfera giuridica del destinatario con l’accoglimento o il suo diniego.

Continua a leggere