«Libero Pensatore» (sempre)

Il diritto di accesso agli atti amministrativi, delineato dalla Legge n. 241 del 1990, rappresenta un diritto riconosciuto all’interessato (singolo o portatore di interessi pubblici o diffusi) di prendere visione e di estrarre copia di documenti amministrativi, detenuti da un soggetto che esercita una funzione pubblica, con lo scopo di garantire da una parte, la tutela di una situazione giuridica rilevante (in grado di incidere i propri interessi), dall’altra garantire la partecipazione all’azione amministrativa, assicurando (così facendo) l’imparzialità e la trasparenza.

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Il diritto di accesso e la trasparenza

Il diritto di accesso e la trasparenza

Il diritto di accesso agli atti amministrativi, delineato dalla Legge n. 241 del 1990, rappresenta un diritto riconosciuto all’interessato (singolo o portatore di interessi pubblici o diffusi) di prendere visione e di estrarre copia di documenti amministrativi, detenuti da un soggetto che esercita una funzione pubblica, con lo scopo di garantire da una parte, la tutela di una situazione giuridica rilevante (in grado di incidere i propri interessi), dall’altra garantire la partecipazione all’azione amministrativa, assicurando (così facendo) l’imparzialità e la trasparenza.

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Spese di rappresentanza (ph www.mauriziolucca.com)Le spese di rappresentanza, secondo i principi ed i criteri elaborati dalla giurisprudenza contabile, devono porsi in stretta correlazione con le finalità istituzionali, con la sussistenza di elementi che richiedano una proiezione esterna delle attività dell’Ente per il migliore perseguimento dei propri fini istituzionali.

Dal punto di vista definitorio, la nozione di “spesa di rappresentanza” si configura quale voce di costo essenzialmente finalizzata ad accrescere il prestigio e la reputazione della singola pubblica amministrazione verso l’esterno.

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Spese di rappresentanza (iscrizione albo giornalisti)

Spese di rappresentanza (iscrizione albo giornalisti)

Spese di rappresentanza (ph www.mauriziolucca.com)Le spese di rappresentanza, secondo i principi ed i criteri elaborati dalla giurisprudenza contabile, devono porsi in stretta correlazione con le finalità istituzionali, con la sussistenza di elementi che richiedano una proiezione esterna delle attività dell’Ente per il migliore perseguimento dei propri fini istituzionali.

Dal punto di vista definitorio, la nozione di “spesa di rappresentanza” si configura quale voce di costo essenzialmente finalizzata ad accrescere il prestigio e la reputazione della singola pubblica amministrazione verso l’esterno.

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Siamo a distanza di anni, ancora una volta, alla nuova riforma della riforma… dei servizi pubblici e delle società partecipate.

Il limite (l’auspicio) è sempre quello: aprire al mercato, introdurre norme non di facciata, assicurare una versa concorrenza.

Eppure leggendo i decreti di riforma (quelli attuativi della legge n.124/2015), qualche perplessità rimane.

Segue intervento datato, ma attuale.

“Il principio della gara è quello che più di altri si connota alla concorrenza in ambito comunitario, e si caratterizza per una procedura ad evidenza pubblica capace di scegliere il contraente secondo parametri trasparenti, aperti e solidali, equivalente costituzionale di imparzialità e buon andamento (ex articolo 97 Cost.) che presidia tutta l’azione della p.a. a livello nazionale.

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Servizi pubblici locali, affidamenti diretti (in house)

Servizi pubblici locali, affidamenti diretti (in house)

Siamo a distanza di anni, ancora una volta, alla nuova riforma della riforma… dei servizi pubblici e delle società partecipate.

Il limite (l’auspicio) è sempre quello: aprire al mercato, introdurre norme non di facciata, assicurare una versa concorrenza.

Eppure leggendo i decreti di riforma (quelli attuativi della legge n.124/2015), qualche perplessità rimane.

Segue intervento datato, ma attuale.

“Il principio della gara è quello che più di altri si connota alla concorrenza in ambito comunitario, e si caratterizza per una procedura ad evidenza pubblica capace di scegliere il contraente secondo parametri trasparenti, aperti e solidali, equivalente costituzionale di imparzialità e buon andamento (ex articolo 97 Cost.) che presidia tutta l’azione della p.a. a livello nazionale.

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Legge 28 dicembre 2015, n. 221, “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”.

L’art. 17 “Disposizioni per promuovere l’adozione dei sistemi EMAS ed Ecolabel UE”, assegna alla presenza di specifiche certificazioni la preferenza nell’assegnazione di contributi, agevolazioni e finanziamenti in materia ambientale, sicché il possesso di tali indici di qualità ambientale costituiscono elemento distintivo e di prevalenza nelle graduatorie di merito nell’erogazione di risorse pubbliche.

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Collegato ambientale – green economy

Collegato ambientale – green economy

Legge 28 dicembre 2015, n. 221, “Disposizioni in materia ambientale per promuovere misure di green economy e per il contenimento dell’uso eccessivo di risorse naturali”.

L’art. 17 “Disposizioni per promuovere l’adozione dei sistemi EMAS ed Ecolabel UE”, assegna alla presenza di specifiche certificazioni la preferenza nell’assegnazione di contributi, agevolazioni e finanziamenti in materia ambientale, sicché il possesso di tali indici di qualità ambientale costituiscono elemento distintivo e di prevalenza nelle graduatorie di merito nell’erogazione di risorse pubbliche.

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La questione posta all’attenzione del giudice di prima cure (T.A.R. Piemonte, sez. I, sentenza n. 360 del 3 marzo 2016) inerisce l’affidamento mediante procedura aperta della gestione del canile municipale (cinovigile, canile sanitario e canile rifugio), avvenuta a seguito di due distinte procedute andate deserte: affidamento limitato alle sole cooperative sociali (ex art. 1, comma 1, lettera b) della Legge n. 381/1991), “finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate”.
La procedura veniva aggiudicata, dopo un periodo di gestione affidato ad un associazione animalista e dopo che due procedure aperte (a tutti gli operatori economici) non hanno dato esito positivo (a dire del ricorrente), per le condizioni imposte che non consentivano la necessaria copertura dei costi del servizio

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Affidamento gestione canile municipale

Affidamento gestione canile municipale

La questione posta all’attenzione del giudice di prima cure (T.A.R. Piemonte, sez. I, sentenza n. 360 del 3 marzo 2016) inerisce l’affidamento mediante procedura aperta della gestione del canile municipale (cinovigile, canile sanitario e canile rifugio), avvenuta a seguito di due distinte procedute andate deserte: affidamento limitato alle sole cooperative sociali (ex art. 1, comma 1, lettera b) della Legge n. 381/1991), “finalizzate all’inserimento lavorativo di persone svantaggiate”.
La procedura veniva aggiudicata, dopo un periodo di gestione affidato ad un associazione animalista e dopo che due procedure aperte (a tutti gli operatori economici) non hanno dato esito positivo (a dire del ricorrente), per le condizioni imposte che non consentivano la necessaria copertura dei costi del servizio

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Le commissioni di gara, al pari delle commissioni di concorso, hanno l’obbligo di essere composte da commissari che dichiarano l’assenza di ogni conflitto di interesse o coinvolgimento nella definizione dell’oggetto di gara, corollario delle regole della trasparenza, con il fondamentalmente scopo di eliminare i rischi di favoritismo e arbitrarietà nei confronti di taluni offerenti o di talune offerte.
La sussistenza di una situazione di incompatibilità dei membri della commissione di gara, tale da imporre l’obbligo di astensione, deve essere valutata ex ante, in relazione agli effetti potenzialmente distorsivi che il sospetto difetto di imparzialità è idoneo a determinare in relazione alla situazione specifica, ma anche con estrema cautela in relazione alla sua portata soggettiva, onde evitare che la sussistenza dell’obbligo di astensione possa essere estesa a casi e fattispecie in alcun modo contemplate dalla normativa di riferimento.

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Commissioni di gara e conflitto di interessi

Commissioni di gara e conflitto di interessi

Le commissioni di gara, al pari delle commissioni di concorso, hanno l’obbligo di essere composte da commissari che dichiarano l’assenza di ogni conflitto di interesse o coinvolgimento nella definizione dell’oggetto di gara, corollario delle regole della trasparenza, con il fondamentalmente scopo di eliminare i rischi di favoritismo e arbitrarietà nei confronti di taluni offerenti o di talune offerte.
La sussistenza di una situazione di incompatibilità dei membri della commissione di gara, tale da imporre l’obbligo di astensione, deve essere valutata ex ante, in relazione agli effetti potenzialmente distorsivi che il sospetto difetto di imparzialità è idoneo a determinare in relazione alla situazione specifica, ma anche con estrema cautela in relazione alla sua portata soggettiva, onde evitare che la sussistenza dell’obbligo di astensione possa essere estesa a casi e fattispecie in alcun modo contemplate dalla normativa di riferimento.

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